LA FAMIGLIA DAL PUNTO DI VISTA DEL CANE (dr.ssa Lorella Notari)
I cani e gli esseri umani hanno in comune due caratteristiche fondamentali: sono animali sociali e sono dei predatori. Probabilmente è proprio questa somiglianza che ha fatto del cane un compagno così prezioso per millenni.
Cani e uomini si organizzano socialmente e spesso il termine gerarchia viene usato per spiegare le interazioni sociali in un gruppo o, come nel caso dei lupi (antenati dei nostri cani), in un branco. L'ordine gerarchico è fatto di relazioni di dominanza e sottomissione. Essere dominante significa avere il controllo Essere sottomesso significa piegarsi alla volontà di qualcun altro. Ogni membro del branco, dominante o sottomesso, è prezioso per difendere il territorio, partecipare alla caccia, avvertire dell'arrivo di possibili nemici. Questi concetti di struttura sociale sono parte dell'essere cane esattamente come altre caratteristiche quali avere un apparato digerente da carnivoro e avere quattro zampe ma va anche considerato che tra cani e lupi ci sono migliaia di anni di domesticazione e che, pur appartenendo alla stessa specie, il cane ha subito delle modificazioni riguardo ai comportamenti innati che a tutt'oggi ancora non sono state definite completamente e che variano razza per razza, se non addirittura individuo per individuo. Più che parlare di dominanza e sottomissione di un cane in una famiglia umana è utile riflettere sulla capacità di controllo dei padroni nei riguardi delle risorse più importanti per il cane: il cibo, lo spazio, i giochi ma anche e soprattutto la possibilità di interagire con i padroni stessi. Un padrone che riesce a comunicare in maniera chiara e coerente al suo cane di avere il controllo di tutte le cose importanti riuscirà anche a gestirlo in ogni situazione e instaurerà con lui un rapporto all'insegna della fiducia e del rispetto. Non tutti i problemi che insorgono nel rapporto cani-padroni sono causati dall'assenza di controllo da parte dei proprietari.
Ciò detto bisogna tenere presente che un corretto rapporto con l'animale, che non dia adito a fraintendimenti e insicurezze, è fondamentale in tutte le situazioni. Molto spesso le persone provano un senso di disagio all'idea di dover dimostrare al loro cane di essere in grado di controllare le varie situazioni. Questo perché il concetto di controllo richiama alla mente la durezza e l'imposizione . Bisogna ricordare l'importanza dei rapporti sociali e della loro chiarezza per la serenità e l'equilibrio del cane. Il nostro cane ha bisogno di sapere che è parte della nostra famiglia e che in essa ha un ruolo. Il concetto di libertà, così importante per noi esseri umani, sembra in contrasto con il concetto di controllo completo da parte dei padroni. Questa riflessione, applicata agli animali, porta spesso a situazioni di sofferenza per gli animali stessi e per l'uomo. Se vediamo la libertà come diritto ad esprimere le proprie attitudini e a soddisfare i propri bisogni, ancora una volta dobbiamo riflettere sul bisogno dei cani di vivere in un gruppo con regole sociali precise. La situazione emotiva di un cane in una famiglia non è probabilmente molto diversa da quella di un bambino: bambini che ricevono messaggi contraddittori dai genitori o vedono soddisfatti tutti i loro capricci crescono ansiosi e insicuri. Il paragone cane-bambino non deve scandalizzare perché anche il bambino ha bisogno di sapere dai genitori cosa è giusto e cosa è sbagliato in modo chiaro e coerente. A differenza del bambino, il cane rimane nella posizione di "controllato" per tutta la vita, ma questo non è da lui percepito come una cosa negativa. Un cane non è un essere umano e, riguardo alla sua posizione nel gruppo familiare, è e deve rimanere per sempre una specie di bambino. Noi esseri umani dobbiamo essere al tempo stesso genitori e "capi" e dobbiamo dare e ricevere affetto, rispetto e fiducia.
Ma che linguaggio possiamo usare per comunicare al nostro cane tutto questo?
Come comunicare al cane le informazioni che gli servono per trovare il suo posto nella famiglia e sentirsi tranquillo, ovvero le regole per avere un buon cane di famiglia:
- premiare il cane quando si comporta bene più che punirlo quando si comporta male
- rispettiare le esigenze del cane: non ha solo bisogno di essere nutrito e protetto dal caldo e dal freddo ma deve socializzare con le persone e altri cani e fare esercizio fisico almeno 3 volte al giorno
- far mangiare il cane dopo le persone
- far dormire il cane in un luogo tranquillo scelto dal padrone e non dal cane; questo luogo non deve essere una stazione di controllo di chi entra ed esce dalla casa
- non permettere al cane di prendere iniziative come giocare o farsi coccolare: se arriva con la palla in bocca ignoriamolo e poco dopo decidiamo noi di iniziare a giocare chiamandolo; lo stesso per le coccole, dobbiamo essere noi a decidere quando iniziare e finire di coccolare
- nessun premio (cibo, coccole, gioco) deve essere dato gratis ma solo dopo che il cane ha fatto qualcosa per noi, anche solo venire al nostro richiamo
- non permettere al cane di montare le persone, neppure se è un cucciolo