OLFATTO
Testo Dominique Grandjean/UMES - Foto Hermeline/Aniwa
Dopo la vista, Aniwa vi parla dell’olfatto dei cani. Un senso che, in loro, è fuori dal comune, ossia un milione di volte più sviluppato che negli uomini!
Nel cane, l’olfatto può essere considerato come il senso numero uno. Serve per la caccia, per orientarsi, per comunicare tra individui e per indicare le preferenze alimentari. Il cane riconosce il suo padrone, la sua casa, più facilmente dall’odore che dall’aspetto. Il fiuto è ugualmente importante nella percezione e nell’apprezzamento degli alimenti. Viene addirittura prima del gusto: se l’odore non è gradito, rifiuterà di assaggiare.
Se confrontato con quello dell’uomo, l’olfatto del cane è 1.000.000 di volte più potente, le cellule cerebrali legate alla decodifica degli odori sono 40 volte più numerose nel cervello del cane. Questa grande sensibilità olfattiva è dovuta anche all’estensione della superficie del recettore: la mucosa olfattiva misura 150 cm2 nel cane contro i 3 cm2 dell’uomo.
Integrazione delle sensazioni olfattive La mucosa riposa su cornetti ossei del naso nel prolungamento delle narici del cane. Questi cornetti sono irregolari e separati da seni tra i quali si incanala l’aria inspirata e gli odori vengono imprigionati. Un altro organo situato al fondo della cavità nasale, l’etmoide, costituito anchéesso da cellule sensoriali, è destinato all’olfazione.
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Gli odori, a contatto con le cellule, provocano modificazioni chimiche che producono un messaggio nervoso che giunge, per via del nervo olfattivo, alla zona del cervello che dove viene elaborata l’informazione.
La percezione degli odori varia in funzione della loro composizione chimica, del grado di igrometria dell’aria circostante o del loro peso molecolare. Una molecola pesante e leggermente solubile nell’acqua è percepita con più facilità. È su queste basi che lavorano i cani da ricerca o da pista, per percepire odori umani o di oggetti.