L’INSEMINAZIONE ARTIFICIALE NEL CANE
DEFINIZIONE
L’inseminazione artificiale è diventata oggi una pratica diffusa nella specie canina. Si raggruppano sotto il termine generico di "inseminazione artificiale", i tre tipi di tecniche: con seme fresco (IAF), con seme refrigerato (IAR) o con seme congelato (IAC).
Se l’atto d’inseminazione è lo stesso nei tre casi, il trattamenti subito dal seme ed i vincoli che ne sono connessi determinano per ognuna di queste tecniche delle indicazione ben precise.
UN PO’ DI STORIA .
- 1780: l’abate Spallanzani ottiene per la prima volta una cucciolata di tre soggetti dopo aver fecondato una femmina spaniel a pelo lungo.
- fine XIX ed inizio XX secolo: sono state eseguite diverse prove per il miglioramento della tecnica di raccolta dello sperma canino e per la sua conservazione.
- 1950: inizia un periodo di notevole progresso nell’inseminazione artificiale nella specie bovina e le pubblicazioni su questo argomento si moltiplicano. I primi sforzi si basano sulla messa a punto di mestrui che garantiscano la conservazione del seme.
- 1956: nasce la prima cucciolata proveniente da inseminazione artificiale con seme prelevato in Gran Bretagna, refrigerato e utilizzato negli Stati Uniti.
- 1969: prima cucciolata nata da inseminazione artificiale con seme congelato, ottenuta da Sager negli stati Uniti, nel 1982 in Francia da Thèret a Neyreneuf.
Negli ultimi quindici anni, parecchi lavori hanno teso al miglioramento del tasso di successo delle fecondazioni artificiali, con il miglioramento del processo di congelamento, con una migliore conoscenza del ciclo estrale della cagna, o con la ricerca di una tecnica di inseminazione che assicuri un maggiore rendimento.
TECNICHE E METODOLOGIE
L’inseminazione artificiale varia a seconda del tipo di seme utilizzato, o meglio, a seconda del sistema di conservazione adottato per il seme.
Avremo quindi all’interno del panorama dell’inseminazione artificiale le seguenti metodologie:
- inseminazione artificiale con seme fresco
- inseminazione artificiale con seme fresco diluito
- inseminazione con seme refrigerato
- inseminazione artificiale con seme congelato
All’interno poi di queste tipologie di inseminazione artificiale si distinguono svariate tecniche:
- con deposizione intra-vaginale del seme
- con deposizione trans-cervicale del seme
- con deposizione intra-uterina del seme
Deposizione intra-vaginale del seme
La deposizione vaginale o intra-veginale del seme imita la tecnica che in natura è utilizzata del maschio.
In natura l’asta del cane penetra nella vagina della femmina, gonfiandosi (grazie al bulbo presente nella parte prossimale dell’asta) permette un "aggancio meccanico" tra il maschio e la femmina, e la pressione esercitata dall’asta sulle pareti della vagina contribuisce alle contrazioni uterine, che "spingono" il seme nell’utero.
L’uomo riproduce tale tecnica utilizzando dei cateteri che vanno dal catetere semi-rigido mono uso, al catetere rigido, al catetere a due vie (osiris).
Tale tecnica è utilizzata nelle inseminazioni a seme fresco, a seme diluito, e con seme refrigerato.
Deposizione trans-cervicale del seme
L’inseminazione trans-cervicale del seme è una tecnica relativamente nuova originariamente studiata negli U.S.A. Essa prevede, a soggetto comunque sedato, l’introduzione per via naturale di un endoscopio che permetta la localizzazione della cervice, a cervice localizzata si procede all’introduzione di un catetere rigido e al superamento della cervice stessa.
Tale tecnica, comunque utilizzata da personale esperto, se da una parte permette la deposizione intra-uterita, nell’utero, del seme dall’altra, vista la natura dell’organo interessato la cervice, ha comunque degli oggettivi rischi e difficoltà di esecuzione.
I rischi sono legati principalmente a due fattori, uno meccanico e uno biologico.
La cervice è un tessuto di consistenza callosa, il fatto quindi di allargarne il lume (la sezione) con un catetere ha il rischio di provocare delle lesioni alla mucosa, e soprattutto di protrarre l’apertura della cervice stessa, che diventa così ottimale transito per i batteri che normalmente permangono nella vagina della femmina, e che nel periodo di calore possono avere una proliferazione meno controllata.
Le difficoltà di ordine biologico sono date dal fatto che il tessuto che compone l’utero, è un tessuto denso di pliche che non permettono, in alcuni casi, all’operatore di far procedere il catetere nell’utero stesso.
Tale tecnica, in alcuni casi, dà luogo a cucciolate di numero esiguo, questo appunto perché vi è una cattiva penetrazione del catetere, ed in alcuni casi delle lesioni alle mucose.
Deposizione intra-uterina del seme
L’inseminazione con deposizione intra-uterina del seme può essere effettuata in laparoscopia o in laparotomia addominale.
Tale tecnica, di ambito chirurgico, prevede in anestesia generale, la localizzazione dell’utero, l’incisone, di piccole dimensioni, dell’addome con esteriorizzazione di una porzione dell’utero, e l’iniezione del seme nell’utero stesso.
Tale tecnica se di primo impatto può sembrare troppo cruenta, è in effetti poco invasiva e soprattutto la deposizione del seme può essere fatta a monte dell’utero stesso, dove maggiore è la concentrazione di ovociti.
Tale tecnica permette il concepimento di cucciolate di numero uguale o leggermente inferiore a quelle ottenute in monta naturale.
Sia la tecnica di deposizione trans-cervicale che quella chirurgica vengono utilizzate nell’inseminazione artificiale con seme congelato.
Questo perché la ridotta vitalità del seme data dalle fasi di congelamento, e l’esiguo volume di seme utilizzato (a seconda della razza da 2,5 a 4 ml di materiale seminale), richiedono una deposizione "localizzata" del seme.
Percentuale di successo nelle diverse tecniche di inseminazione artificiale
I dati che seguiranno sono riferiti ad inseminazioni artificiali effettuate con l’osservazione di un rigido protocollo operativo da noi adottato che, oltre ad altri controlli, prevede il monitoraggio della femmina tramite valutazione del progesterone.
I.A. con seme fresco 84%
I.A. con seme fresco diluito (extender) 87%
I.A. con seme refrigerato 84%
I.A. con seme congelato (dep. Trans-cervicale) metodo non utilizzato
I.A. con seme congelato (dep. Chirurgica) 83%
I.A. con seme refrigerato (dep. Chirugica) 90%
Motivazioni
Le motivazioni che determinano la tecnica d inseminazione derivano dallo stato in cui si presenta il seme al momento della inseminazione stessa.
Il seme può presentarsi in tre forme: seme fresco, seme refrigerato e seme congelato.
Seme fresco
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Il seme fresco, per sua natura, e per mancanza di sistemi di trattamento di qualsiasi tipo è in assoluto il tipo di seme da preferirsi, inoltre un elementare trattamento con un extender appropriato può migliorarne quelle caratteristiche che per vari motivi potrebbero rivelarsi compromesse da una valutazione al microscopio.
Per cui: limitata vitalità, motilità o linearità, carenza di volume nel liquido seminale possono essere facilmente corretti con l’utilizzo di un opportuno extender.
Seme refrigerato
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Il seme refrigerato, ponendo in "letargo" gli spermatozoi da la possibilità di essere utilizzato dalle 48 alle 72 ore dal prelievo.
Il tipo di lavorazione per quanto "dolce" limita comunque alcune caratteristiche del seme, che richiedono come condizione necessaria e sufficiente la valutazione del progesterone nel plasma. Il seme refrigerato è nella graduatoria il secondo consigliato.
Seme congelato
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Il seme congelato, è un seme che sebbene presenti delle ottime caratteristiche allo scongelamento, presenta una vitalità limitata nel tempo, questo a causa della lavorazione che lo porta da +38°C a -196°C.
Questo seme ha come unico sistema di deposizione la intra-uterina, nelle diverse metodiche.
Perché l’inseminazione artificiale
Svariate sono le motivazioni che portano all’utilizzo della inseminazione artificiale come metodologia riproduttiva. Escludendo le ovvie motivazioni per il seme refrigerato ed il seme congelato, diremo che con l’utilizzo del seme fresco i motivi che possono portare all’utilizzo della inseminazione artificiale possono essere:
- evitare la trasmissione di patologie attraverso il rapporto sessuale (herpes canis, infezioni batteriche, ecc.);
- eliminare il rischio di ferite provocate da uno o da entrambi i soggetti;
- ridurre lo stress emotivo sia del maschio che della femmina;
- ridurre lo stress fisico del maschio, soprattutto in soggetti di grossa taglia o anziani;
- ovviare a problematiche di inibizione nel maschio;
- ovviare a problematiche di inibizione della femmina;
- avere la possibilità di migliorare la qualità del seme prodotto (ricordiamo che qualunque extender utilizzato deve contenere un tris di antibiotici che controllano la proliferazione batterica normalmente presente del periodo d’estro che può dare origine a scoli vaginali, infezioni batteriche, endometrite e piometra).
Le normative E.N.C.I.
Le nuove norme d’applicazione del disciplinare del Libro Genealogico citano esplicitamente l’inseminazione strumentale e la inquadrano nelle pratiche che dovranno essere dettagliatamente regolate, anche per assimilazione con quanto già avvenuto per le altre specie d’interesse zootecnico, in particolare con la Legge n.30 sulla riproduzione animale.
Da ciò si può quindi dedurre che qualsiasi normativa redatta, visto comunque la delega E.N.C.I. da parte del Ministero delle Politiche Agricole, sarà simile per contenuti e per riferimenti normativi alla succitata legge.